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Parigi dopo gli attentati: la testimonianza del giornalista Michele Sorvillo

20 Novembre 2015 – CRONACA. Parigi dopo gli attentati, come risponde la città? Come stanno reagendo le persone che ogni giorno prendono la metro, che vanno al bar sotto casa per un caffè, o al cinema con gli amici? E come si fa a ritornare alla “normale routine” quotidiana? Ce lo racconta Michele Sorvillo, collega giornalista, che da anni vive e lavora a Parigi.
Paris, le 19 novembre 2015
“Le sirene, si rincorrono, soffocando una città semi-cosciente. Sirene a République, sirene a Barbès. La ville è ancora tinta di rosso e di blue.
Scendo di casa dopo aver cercato un bus per raggiungere la mia destinazione. Devo andare a St Ouen, per una lezione d’italiano, poco distante da St Denis, sulla stessa linea. Esco un po’ prima perché non so ancora come andro’ e non vorrei arrivare in ritardo. Alla fine prendo la metro, non ci sono problemi: il traffico è tornato regolare dopo l’assalto di ieri notte. Tiro fuori il mio libro e m’immergo nella lettura. Nel mio vagone c’è tanta gente, gli occhi un po’ inquieti, rarissime le parole. Scendo a Garibaldi, alle porte di Parigi, cité multietnica a prevalenza araba.
A lezione propongo un cortometraggio (Armandino ed il Madre) ne discutiamo. Lontano, ancora sirene. Di sotto mi soffermo a parlare  un po’ con il papà della studentessa, che segue in tv les info; la ragazza mi consiglia di mettermi all’inizio o alla fine della metro, spiegando che “è al centro che salgono per fare esplodere una bomba..”, cosi’ gli hanno detto a scuola.
Mi avvio verso la fermata della metro, uomini della sicurezza, poliziotti fermano in un angolo tre ragazzi di origine straniera. Mi rivolgo verso di loro per guardare i loro visi.
Mohammed, un amico palestinese ha proposto di cenare in un ristorante libanese. Abbiamo riservato e quando entriamo, con una battuta, il nostro oste ci chiede se vogliamo un tavolo vicino la strada o all’interno. Il ristorante è semi pieno, ma altrove c’è gente, grazie all’appello di Fooding per invitare a riempire i bistrots dopo l’orrore di venerdi’ 13. Cosi’ la vita riprende, piano.
Le sirene assordanti della paura e dell’intolleranza sono in agguato. E’ difficile controllare la paura in queste ore. A casa mettiamo la radio, basta telegiornali angoscianti!
Sono convinto che ragione e umanesimo possono un giorno, non lontano, avere il sopravvento sulle barbarie, sulla paura, sull’odio, sulla guerra. Le sirene partiranno”.

Articolo e foto a cura di Michele Sorvillo