26 Maggio 2016 – MONDRAGONE. Il Movimento d’opinione “Mondragone Città Possibile”, interviene nuovamente in merito alla realizzazione dell’approdo dei pescatori alla luce di quanto scritto nella nota del Ministero dell’ambiente e della tutela del Territorio e del Mare in seguito a un’interrogazione parlamentare.
“Dopo la nota del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare diventano sempre più palesi le colpe e le inadempienze dell’Amministrazione per quanto riguarda la costruzione dell’approdo dei pescatori, divenuto già un mostro di cemento e ferro che deturpa la nostra spiaggia. A tal proposito, chiediamo che venga presentato un progetto per il ripristino dello stato dei luoghi e, nell’immediato, vogliamo che l’area e la struttura vengano messe in sicurezza per tutelare i cittadini e tutti coloro che con l’avvicinarsi dell’estate possono usufruire di quella parte di arenile.
Sin da subito ci siamo fermamente opposti alla scelleratezza di quest’opera, nonostante i colpevoli silenzi delle Associazioni e dei comitati ambientalisti locali. Ora, dopo una precisa interrogazione parlamentare sulla realizzazione dell’approdo dei pescatori, il Ministero dell’Ambiente ha fatto luce su molti altri punti oscuri di questa triste vicenda.
Difatti, l’esecuzione dei lavori è stata realizzata in difformità dall’autorizzazione paesaggistica, con particolare riferimento della modifica del sistema dunale, e all’avvenuta esecuzione di opere in calcestruzzo con palificazione in ferro. Sulla vicenda, tra l’altro, è già intervenuta anche la magistratura con il sequestro del cantiere, confermato nonostante il tentativo di dissequestro dell’Amministrazione. Inoltre, dalla nota del Ministero emerge che l’Amministrazione stava procedendo alla realizzazione dell’opera pubblica senza che il finanziamento ad essa collegato fosse reso disponibile, poiché la Regione Campania con decreto del 24 dicembre 2015 revocava il Piano di Sviluppo Locale del GAC litorale Domitio prima che veniva avviata la realizzazione dell’opera.
L’assurdità della vicenda, però, non finisce qui: l’Amministrazione, nonostante non disponga più dei fondi, vuole a tutti i costi realizzare quest’opera abusiva presentando una sorta di condono dell’approdo e ritenendo di sanare l’illegittimità della struttura con una semplice variante in corso d’opera.
Vogliamo che l’Amministrazione spieghi a tutti i cittadini come intende continuare la realizzazione di una struttura che è già sottoposta a sequestro, condonandola e senza le risorse economiche necessarie.
Sulla vicenda i responsabili hanno nomi e cognomi ed è giusto che l’Amministrazione della finta legalità renda conto ai cittadini e si dimetta per il bene di Mondragone.”
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