18 Agosto 2016 – CARINOLA. (di Giuseppe Nicodemo) Ancora una doccia fredda per i tre firmatari della lettera aperta al Sindaco Russo. Dopo il distinguo di Giovanni Di Gennaro e gli imbarazzati silenzi di Giuseppina Tuozzi e Franco Di Biasio, arriva infatti il vibrato disappunto di Pasquale Francesco Galdieri, che bolla come “precipitoso e superficiale ” il testo sottoscritto da Rino Di Cresce, Maria Mannillo e Ugo De Crescenzo, gelandone ulteriormente il già rarefatto entusiasmo delle prime ore seguenti la pubblicazione.
Galdieri, architetto della lista di Carinola Rinasce, si sofferma non solo sul merito dell’iniziativa che dice senza mezzi termini di non convidere, ma rileva per così dire anche un difetto di procedura che, a suo parere, avrebbe determinato la violazione di tutte le piu elementari regole di democrazia interna.
Poiché il cartello elettorale di Carinola Rinasce è il frutto di una aggregazione civica- ragiona Galdieri – sarebbe stato auspicabile che i tre colleghi di lista si fossero confrontati con il resto del gruppo senza agire in solitaria. Non posso far altro -prosegue- che associarmi alla contrarietà e al giudizio negativo già avanzato da qualche altro amico. Il riferimento -ci pare di poter dire- è a Giovanni Di Gennaro che, dalle colonne di Carinolanet, aveva bocciato l’iniziativa dei tre protagonisti della lettera aperta al primo cittadino poi trasposta in manifesto murale.
“Posso anche riconoscere l’attenuante della buona fede -conclude Galdieri – ma non è questo il modo di agire, anzi con questa metodologia si deraglia nella brutta figura e si corre il rischio di allontanare altri amici e sostenitori che a ragion veduta non si sentono coinvolti”. Infine, l’agronomo carinolese nell’ augurarsi che pure Rino Di Cresce, Maria Mannillo e De Crescenzo, possano esercitare un minimo di autocritica su loro stessi e convincersi dell’errore commesso per non sbagliare più in futuro, solleva anche una sorta di vizio di autorizzazione all’utilizzo del simbolo la cui usabilità pubblica, proprio perché il logo non è una res privata, va concertata per definizione.
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