MONDRAGONE. Il movimento d’opinione propone un cambiamento in chiave progressista che porti la parte sana della città a decidere sulle proprie sorti.
“La Città di Mondragone sta attraversando un’epoca storica in cui la crisi economica ha prodotto nuove povertà e avvelenato i modelli sociali, politici e culturali di riferimento, disgregando forze e idee.
Tra istituzioni e cittadini c’è una distanza spaventosa. Di fronte a un livello così alto di disoccupazione giovanile, alla chiusura di tantissime attività commerciali e al persistere delle tragedie ambientali che uccidono il nostro territorio, ci sembra pertinente un atto di resistenza.
Non riusciamo a immaginare una Mondragone in preda all’ennesima amministrazione senza alcuna competenza, malata di affarismo e conservatrice nei modi e nei modelli che propone.
Per questo motivo, a pochi giorni dalla commemorazione dell’eccidio delle Cementare, giornata in cui si rende omaggio ai nostri concittadini che hanno perso la vita nella lotta contro il nazifascismo, lanciamo l’idea di un progetto di Resistenza Democratica che si ponga in antitesi con le logiche familistiche e affariste dei vari potentati politici e “secolari” mondragonesi.
C’è bisogno di un cambiamento in chiave progressista che porti la parte sana della città e i giovani a decidere sulle sorti del nostro territorio.
Vogliamo essere un collante per tutte quelle forze democratiche, civiche e associative in netto contrasto con le politiche scellerate degli ultimi trenta anni. Vogliamo promuovere esempi di confronto e di autonomia, per resistere e costruire.
Mondragone necessita di ribellarsi al modello politico e culturale che ha subito nella storia recente con l’avvicendarsi di varie alleanze che, puntualmente, ripropongono come unica prospettiva di unione la difesa e la restaurazione dei vari nepotismi.
Oggi, la politica mondragonese è piena di vecchi strumenti e nomi.
Le battaglie che abbiamo intrapreso in questa città, sull’ecologia, sui diritti, per la gestione, produzione e fruizione della cultura, per i servizi pubblici, il lavoro e l’opposizione intransigente alle camorre locali, sarà un ottimo terreno di confronto per costruire un’idea reale e condivisa di sviluppo della nostra comunità, partendo dal basso.
Pur consapevoli dei limiti evidenti in cui tutti versiamo, riteniamo doveroso unire le forze di tutte le autonomie associative, movimentiste e collettive per proporre una valida alternativa di governo, che liberi le energie del territorio, slegandosi dagli opportunismi e dalle individualità, nell’ottica del principio di una Resistenza Democratica.”
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