POLITICA. Ieri sera nell’affascinante Sala degli Specchi del Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere ho partecipato all’incontro con il Ministro Andrea Orlando , candidato alla Segreteria del PD insieme ad Emiliano e Matteo Renzi. Inutile dire che la sua candidatura ha in me risvegliato gli stimoli politici che si andavano assopendo dando per scontata una sicura ed incontrastata vittoria di Renzi , ora forse la vittoria di Renzi sarà magari sicura ma certamente contrastata e ciò a mio modesto parere è un arricchimento per l’unico partito in Italia ove all’interno di discute, si animano le discussioni e si concorre a cercare soluzioni valide per la vita del Paese.
Naturalmente le diversità all’interno di un partito devono poi trovare un punto di congiunzione e di sintesi e non devono creare forti divisioni che poi addirittura assumono i contorni di uno scontro personale, come è stato di recente che poi sfocia in una frattura insanabile tutto a discapito di una comunità come il PD unica speranza per risollevare le sorti del Paese con una pluralità di valide idee al contrario degli altri “partiti o movimenti” a conduzione padronale dove vale solo la voce del capo.
Credo e non rinnego la capacità di Matteo Renzi nell’essere un coraggioso vulcano di idee ed azioni, nonché trascinatore di sentimenti e pertanto oggi indispensabile nel ruolo esecutivo di Presidente del Consiglio che mi auguro presto possa tornare ad esserlo tuttavia nella guida del partito ha dimostrato di non essere inclusivo.
Dopo aver ascoltato con molta attenzione l’intervento di Orlando, al quale va il sostegno degli ex Prodiani, di Gianni Cuperlo e gran parte di quello che è rimasto della sinistra del partito tra l’altro da sempre la mia collocazione dal primo giorno dell’adesione al PD dopo la lunga militanza nei Verdi, e dicevo che dopo aver ascoltato con molta attenzione l’intervento di Orlando mi sono convinto ancora più convinto della necessità che non necessariamente il Capo del Governo debba coincidere con il segretario del partito.
Ascoltando Orlando, personaggio poco televisivo e poco incline alla politica spettacolo, è immediatamente scattata con lui un’empatia grazie al suo tono pacato, al suo essere una persona corretta e perbene, al suo saper ascoltare allla sua capacità di dare risposte semplici con un linguaggio mai cripto , alla sua voglia di unire e di essere inclusivo , di parlare con la voce della verità e di non rincorrere gli avversari sul populismo che crea solo titoloni di giornali, grandi attese e nessun risultato utile per l’intera comunità.
Insomma sono convinto e adoperero’ perché Andrea Orlando vinca le primarie perché credo sia la persona giusta ad interpretare il ruolo di segretario dialogante o che abbia una grande affermazione perché un partito si tiene e fa bene se riesce non solo a far parlare tutti, così come d’altronde è stato, ma anche a saper sopratutto ascoltare tutti. Buone primarie.
Lorenzo Razzino
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