CARINOLA. “Per uscire dalla desolazione in cui siamo scivolati, prima dovremmo, cosi’ improvvisamente, svegliarci dal torpore.
Poichè siamo tutti d’accordo nel dire che a Carinola, Falciano – e piu’ generalmente al Sud – non c’è lavoro e di conseguenza i giovani vanno via. Discorsi di tutti i giorni.
Tuttavia, quello che in questo momento sembra piu’ grave – e che sopratutto dovrebbe preoccupare coloro che amministrano, come coloro che si candidano a farlo- è la Generazione Y, quella del Bar sotto il mare. Ossia tutti quelli che per un motivo o per un altro scelgono di rimanere, restando quasi senza appigli, come in un limbo, nei nostri paesi vuoti.
I luoghi di aggregazione, le attività ricreative e culturali, le tradizioni popolari, o ancora lo sport ed i tornei, fanno sempre piu’ fatica a resistere, quando in alcuni casi non scompaiono del tutto.
Sappiamo tutti invece cosa potrebbe significare progettare una stagione teatrale estiva di qualità, non solo in termini microeconomici, turistici, ma sopratutto socio culturali, in centri storici come i nostri, giusto per fare un esempio. Ma ci sono le strutture? E le risorse umane e sopratutto le competenze?Alcuni risponderebbero di si. Il problema sorge quando si parla non tanto di finanziare, ma di avere una visione di questo tipo, di orientare gli attori, adeguare le strutture, ed allo stesso tempo cercare ossessivamente le risorse finanziarie per lanciare progetti culturali a lungo termine.
Perchè in fondo di questo stiamo parlando. Di ora. Che facciamo ora per i luoghi che possa avere uno sviluppo in seguito? Come inquadrare nei progetti socio-culturali le nuove e le future generazioni?Quali potrebbero essere i vantaggi da proporre alle imprese ed ai piccoli commerci per coinvolgere gli attori economici nei processi culturali?
Questi ed altri dovrebbero essere i quisiti da dibattere nelle sedi del Pd o nelle riunioni di giunta o di consiglio comunale.
Il guaio è che spesso chi amministra questi piccoli comuni ( e allo stesso modo chi si propone di amministrare ) sembra incapace di stimolare processi atti a favorire la creazione di nuove imprese. Ma questo diciamo è un discorso molto piu’ complesso e che magari verrà affrontato altrove. Ora quello che dobbiamo constatare è la mancanza di idee e di volontà di andare a stimolare, riattivare quello che definiamo il “tessuto sociale” di una comunità. Questo serve ora.
Naturalmente, dobbiamo anche ricordare tutti coloro che con sforzi quotidiani – ostinandosi a resistere con mezzi precari e nella maggior parte dei casi autofinanziandosi – tengono aperti luoghi come la Biblioteca, organizzano visite e si occupano dei monumenti, progettano festival e laboratori, organizzano feste e sagre popolari, tornei sportivi. Tutto questo tessuto che resiste e che quindi rappresenta un’ultima resistenza, si scontra appunto ogni giorno contro la mancanza di una visione a lungo termine.Questo è il dato, siamo di fronte ad un’offerta politica territoriale, maldestra o addirittura incapace di aggregare le energie buone del territorio, proprio perchè non le interessa d’innescare questi tipi di processi.
E allora tocca organizzare una sorta di resistenza. Unirsi in un coordinamento, un comitato – poco importa come verrà chiamato – per coordinare le azioni tra le varie associazioni ( Biblioteca, CCC, Archeoclub, Acen, etc) che si riuniscano almeno tre volte l’anno ed infine presentare un progetto comune di sviluppo socio culturale per Carinola. Unire le forze e confrontare le idee sopratutto.
Di fronte ad un passo del genere sarà chiaro a chi amministra ed a chi fa politica che qualcosa sta cambiando”.
Michele Sorvillo
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