MONDRAGONE. E’ passato un anno esatto da quando intercettammo ed intervistammo Pasquale Timpanelli, un giovane imprenditore di Mondragone che, lasciando la sua città natale, è andato all’estero per cercare (trovando) fortuna. Una storia intensa, che ha portato Pasquale ad essere responsabile di un’agenzia immobiliare, tra le più importanti, sita nel centro di Madrid, in Spagna.
In quell’intervista di un anno fa chiedemmo a Pasquale come, poco a poco, sia arrivato a ricoprire il ruolo di responsabile di agenzia. Emerse, nelle sue risposte, anche una differenza di vita e mentalità, tra la grande capitale spagnola, Madrid, rispetto alle grandi città del Sud Italia.
Riformulando alcune domande a Pasquale, oggi, cercheremo di capire se, qualora dovesse ritornare a lavorare nei suoi territori di origine, cosa si aspetterebbe di trovare.
- Pasquale, è tanto tempo che lavori in Spagna. Partiamo col fare il punto della situazione: pro e contro del vivere e lavorare all’estero.
Ciao Peppe! Innanzitutto grazie per concedermi ancora l’onore ed il piacere di rispondere alle tue domande. Nei pro del vivere a Madrid possiamo sicuramente mettere le possibilità di futuro, l’essere autonomi (cosa per me fondamentale) e crescita professionale. Quando parliamo invece dei “contro”, entriamo in una fascia sentimentale. Gli affetti, i ricordi, le radici, fino ad arrivare agli odori, a volte riescono a metterti in grande difficoltà.
- Durante questi anni di lavoro a Madrid so che sei riuscito in diverse imprese. Sei riuscito a far ripartire diverse attività. Ci racconti almeno uno di questi episodi?
Certo! L’episodio per me più importante é stato il poter far ripartire l’ufficio dove sono tutt’ora il direttore. Quando mi promossero, la situazione era critica. L’ufficio stava per chiudere a causa dei debiti accumulati. Ma grazie ad un grande lavoro composto da metodologia e costanza, in quattro mesi triplicai le entrate.
- Qualora tu decidessi di mollare la Spagna per ritornare in Italia, cosa ti aspetteresti di trovare?
É nei miei piani tornare. Suppongo che la situazione non sarà la stessa di una grande città quale Madrid, quindi ci sarà tanto lavoro da fare per portare qualcosa di diverso ed innovativo.
- Nell’intervista di un anno fa ti chiesi: Cosa rimpiangi delle cose che hai dovuto lasciare qui per recarti in Spagna. Adesso, a distanza di tempo, vorrei porti la domanda inversa. Qualora decidessi di ritornare in Italia, quali sono le cose che ti dispiacerebbe lasciare lì a Madrid, dove ormai ti sei ambientato e vivi e lavori da tempo ?
Mi dispiacerebbe lasciare il mio capo (che é come un fratello maggiore per me). Grazie a lui sono cresciuto tantissimo e quindi gli devo tanto. Mi mancherebbe il mio staff, armati di grande pazienza. E forse anche la “movida madrileña”.
- Quale iniziativa intraprenderesti in Italia, o a Mondragone, se ritornassi qui ?
Mi inserirei di immediato, ancora una volta, nel sociale e cercherei di studiare qualcosa per smuovere un po’ il mercato immobiliare.
Un ringraziamento particolare e di cuore a Pasquale Timpanelli che ci ha dedicato parte del suo tempo. A presto risentirci Pasquale.
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