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FALCIANO – Due ricoveri mancati, poi l’infarto: donna rischia la vita

 
 
FALCIANO. La storia che segue racconta quanto accaduto ad una donna di Falciano del Massico, che ha camminato su quel filo che separa la vita dalla morte. Difficile capire le cause che hanno scatenato la serie di eventi che andremo a descrivere. Tantomeno spetta a noi a giudicare se un medico, in ospedale, svolge bene o meno la propria professione, ci atterremo a raccontare una storia realmente accaduta, per far in modo che, in futuro, episodi simili possano essere evitati.  La donna di Falciano del Massico, dopo essersi recata per ben due volte in due diversi ospedali, ha rischiato la vita, fino a quando, poi, al terzo tentativo in pronto soccorso, viene colta da malore. A quel punto l’approfondito intervento medico. Ma procediamo con ordine, questi i fatti. Lo scorso 13 Luglio 2018, alle ore 14:49, la donna si reca in ospedale in quanto colta da forti dolori al petto. Giunta al pronto soccorso della Clinica Pineta Grande, con codice giallo, dopo alcuni accertamenti, la donna viene dimessa, alle ore 20:22 con la diagnosi “Dolore Toracico” e con una serie di medicinali da assumere nei giorni a seguire.
Nelle ore successive, però, la donna continua ad avvertire i soliti dolori al petto. A questo punto si reca dal suo medico curante che, senza perdere tempo, in data 16 Luglio 2018 richiede: “Ricovero urgente per Angina Instabile” (il medico curante, in tutta questa storia, risulterà essere l’unico ad essersi reso subito conto della gravità del fatto). A quel punto, la donna, giustamente preoccupata, si reca per la seconda volta al Pronto Soccorso. Questa volta all’Ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, in data 17 Luglio 2018. Anche qui, alle ore 20:45, dopo aver ricevuto i controlli previsti dal protocollo, la donna è stata dimessa. Da questo momento in poi inizia un vero e proprio calvario per la donna che continuava ad avvertire dolori al petto senza, però, trovare risposte negli ospedali in cui si era recata per ben due volte nel giro di 5 giorni. L’epilogo della storia avviene, infine, in data 22 Luglio 2018: per la terza volta la donna si reca “imperterrita” in ospedale, di nuovo presso il Pronto Soccorso della Clinica Pineta Grande di Castel Volturno, sempre in conseguenza a forti dolori avvertiti al petto. Anche questo “tentativo” stava per cadere nel nulla fino a quando, poi, la donna viene colta da un forte dolore, un malore, nell’ospedale stesso. A quel punto scatta il ricovero. Alla donna viene eseguita una coronarografia ed un angioplastica coronarica per via di una “occlusione della coronaria destra”.
Un episodio che lascia molto a riflettere. La donna ha letteralmente rischiato la vita. Poteva essere colta, come specificato dal medico curante, da infarto fulminante. L’essere stata colta da malore nel momento stesso in cui si trovava, per la terza volta, al pronto soccorso, ha rappresentato una “fortuna nella sfortuna” in quanto, soltanto così, si è potuto procedere all’angioplastica coronarica. Siamo sicuri che, nei tre episodi ospedalieri in questione, i medici responsabili e tutti gli addetti, abbiano seguito il protocollo, senza nulla negare alla donna in materia di accertamenti. Ma, quello che ci chiediamo, riferendoci al sistema sanitario sia Regionale che Nazionale, è: quanto è efficace ai fini di salvare la vita ad un paziente affidarsi ad un protocollo? O meglio, un paziente che si reca in ospedale per problemi seri, già constatati dal medico curante, quanto può essere sicuro che, seguendo “il protocollo” i medici ospedalieri individuino presto la gravità della situazione? La donna, adesso, è intenzionata a procedere per vie legali. E’ sicura che, se avesse ricevuto gli adeguati soccorsi fin dalla prima volta che si è recata in ospedale, probabilmente non sarebbe stata colta da infarto, 9 giorni dopo. Non possiamo, noi, sapere a fondo quanto ciò sia vero o meno. Tuttavia seguiremo la vicenda con la speranza che nessuno rischi la vita per via di problemi già palesemente conclamati ed avvertiti.