CRONACA. In data odierna, i. Carabinieri della Compagnia di Caserta hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di 12 misure cautelari (6 custodie cautelari
in carcere e 6 agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico), emessa dal GIP
del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura.
E’ stata raccolto un grave compendio indiziario a carico dei dodici indagati
in ordine ad un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un
numero indeterminato di delitti contro il patrimonio (art. 416 c.p.), segnatamente
furti in appartamento e rapine; nonché in ordine a 17 furti in abitazione, consumati o
tentati, e rapine, nelle città di Caserta, Napoli e Salerno, tra il 13 luglio ed il 06
novembre 2018.
L’attività investigativa veniva avviata il 13 luglio 2018, a seguito di un
tentativo di furto in appartamento in Caserta, dove un grappo di 6 persone aveva
tentato di forzare la porta d’ingresso di un appartamento in via Lincoln. L’azione
delittuosa, però, venne interrotta per effetto dei rientro improvviso dei proprietari
dell’abitazione, che determinò la desistenza dei malviventi, datisi alla fuga a bordo
di 3 vetture. Nella circostanza, il sopraggiungere dei Carabinieri del Nucleo
Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caserta innescava un inseguimento, al
termine del quale IORIO Pasquale venne arrestato in flagranza per il delitto di
resistenza a pubblico ufficiale, mentre gli altri, dopo aver abbandonato le auto
utilizzate per la fuga, fecero perdere le proprie tracce allontanandosi a piedi per le
vie cittadine. L’attenzione investigativa si concentrò sui vari grimaldelli ed arnesi atti allo
scasso sequestrati all’interno delle autovetture abbandonate dai malviventi, da cui
emergeva l’esistenza e l’operatività di uno stabile grappo di persone dedite, in modo
professionale ed organizzato, alla commissione di furti in appartamento. Nella
circostanza, per l’utile prosecuzione delle indagini, emergeva un dato fondamentale,
allorquando, per una delle autovetture abbandonate dai ladri, risultava che la
proprietaria, una parente di ARTUSO Anna (stabilmente inserita nell’associazione
criminale), aveva sporto denuncia di furto poco dopo il rinvenimento ed il sequestro
del medesimo veicolo a Caserta da parte dei Carabinieri.
L’autovettura venne, quindi, restituita alla proprietaria venne appurato che al
ritiro della medesima aveva provveduto REALE Pasquale (anch’egli stabilmente
inserito nella organizzazione criminale in argomento), marito di ARTUSO ANNA,
effettivo utilizzatore del veicolo.
Il coinvolgimento di REALE Pasquale veniva ulteriormente riscontrato dai
successivi accertamenti su altri veicoli sequestrati, poiché utilizzati per mettere a
segno i furti, uno dei quali risultava essere stato noleggiato proprio dallo stesso
REALE presso un autonoleggio di Napoli.
Nel corso delle approfondite attività investigative, condotte senza soluzione
di continuità dai Carabinieri di Caserta, coordinati da questa Procura, si aveva modo
altresì di appurare la particolare tenacia del grappo criminale che non si fermava
nemmeno davanti a provvedimenti di sequestro degli autoveicoli impiegati per i
furti.
Infatti, nella notte del 26 luglio 2018, il REALE unitamente con altri due
compiici si introduceva nel deposito giudiziario dove erano stati custoditi i veicoli
sequestrati, all’evidente scopo di recuperare gli arnesi atti allo scasso ed un
sacchetto di cellophane occultato sotto il sedile posteriore di un’auto loro
sequestrata e contenente alcuni monili in oro, provento di furto. Il piano criminoso
di recupero della refurtiva non andava a buon fine, in quanto i veicoli sequestrati
erano stati precedentemente spostati dai Carabinieri in altro deposito giudiziario,
proprio al fine di evitare che venisse portata a compimento l’azione criminosa. Le successive indagini, partendo da REALE Pasquale, consentivano di
ricostruire l’organigramma dell’organizzazione ed i ruoli ricoperti da ciascuno degli
associati:
SALVATI Salvatore, capo ed organizzatore dell’associazione, in
considerazione del ruolo di coordinamento svolto dal medesimo e della
posizione di preminenza che gli atri associati gli riconoscono. E’ infatti il
Salvati a gestire i proventi illeciti dell’associazione ed a e suddividerli fra gli
affiliati, così come è emerso che, anche in occasione dei furti, egli impartiva le
direttive ai sodali sui ruoli ed i compiti che ognuno doveva svolgere (autista,
palo, materiale esecutore), gli attrezzi da utilizzare e via di seguito;
REALE Pasquale, con il ruolo di organizzatore, stretto collaboratore di
SALVATI, occupandosi di coordinare le attività degli altri sodali per assicurare
l’efficienza dell’apparato organizzativo dell’associazione. E’ infatti lui ad
occuparsi del reperimento dei telefoni (con utenze fittiziamente intestate), degli
arnesi atti allo scasso, nonché di noleggiare o acquisire la disponibilità delle
autovetture utilizzate per la commissione dei furti. Partecipa inoltre, come il
SALVATI, all’esecuzione dei furti e gestisce direttamente i rapporti con il
ricettatore cui vendere i gioielli provento dei reati;
– ESPOSITO Salvatore, GAROFALO Salvatore, ATTANASIO Pasquale e
PENGUE Cristian, partecipano all’associazione con compiti essenzialmente
limitati alla materiale esecuzione dei furti, alternando il ruolo di materiale
esecutore a quello di “palo”.
ARTUSO Anna, moglie di Reale Pasquale e DI BIASI Tiziana, moglie di
Esposito Salvatore, partecipano all’associazione, dimostrando di conoscere le
dinamiche del gruppo ed evidenziando, in più circostanze, la disponibilità a
sostenerne l’attività criminosa, anche esponendosi al rischio di essere scoperte.
In particolare, entrambe le donne si sono recate in diverse circostanze a
recuperare i sodali in occasione di furti non “riusciti”, come quelli del 13 luglio
e del 6 novembre 2018 a Caserta ovvero hanno partecipato alla commissione di
furti con il compito di “palo” per segnalare l’eventuale arrivo delle forze
dell’Ordine. Tutti gli altri destinatari dei provvedimenti cautelari, ossia SALVATI
Patrizio, IORIO Pasquale, SCAMARDI Marco e TOMASELLI Rocco, pur essendo
estranei al contesto associativo, hanno partecipato alla materiale commissione di
diversi furti in abitazione, evidenziando elevata professionalità, spregiudicatezza e
propensione a delinquere.
L’attività investigativa si è svolta con i tradizionali metodi di osservazione,
pedinamento e con intercettazioni, consentendo, in tal modo di acquisire solidi
elementi indiziari in ordine anche al modus operandi della associazione criminale,
che ha operato senza conoscere confini territoriali (partendo dal Rione Traiano di
Napoli, per andare a commettere furti oltre che a Napoli, nel Casertano ed in
provincia di Salerno):
– gli obbiettivi venivano selezionati, mediante accurati sopralluoghi, tra i
condomini con appartamenti dotati di portoncini con serrature a cilindro di tipo
“europeo”;
– localizzato l’obbiettivo, venivano parcheggiate le autovetture già pronte per la
fuga e venivano posizionati i “pali”, dotati di radio ricetrasmittenti per le
comunicazioni;
– gli altri componenti, invece, si recavano presso le abitazioni, dopo aver
accuratamente accertato che i proprietari non vi fossero; dato di cui si
accertavano citofonando ripetutamente e ad intervalli di tempo brevi;
– sicuri dell’assenza dei proprietari, i componenti della banda criminale entravano
negli appartamenti, servendosi delle caditoie dell’acqua ed introducendosi dai
balconi ovvero forzando le serrature mediante asportazione della protezione delle
stesse; quest’ultima operazione avveniva con l’utilizzo di chiavistelli, cacciaviti,
chiavi inglesi da meccanico modificate, chiavi bulgare, tanto da riuscire a
rimuovere ogni forma di protezione. Gli attrezzi, che fino a quel momento erano
custoditi nelle vetture parcheggiate nelle vicinanze, venivano, all’occorrenza e su
richiesta telefonica o radio, portati materialmente a coloro che si trovavano
davanti alla porta da scassinare;
– una volta razziato l’appartamento, i malviventi si dileguavano a bordo di almeno
due autovetture, rigorosamente prese a noleggio, per poter eludere il successivo controllo delle forze di Polizia, potendo contare su strutture dell’associazione
stabilmente dedite al recupero degli esecutori materiali dei furti;
– la refurtiva asportava variava a seconda dell’obbiettivo avuto di mira: i gioielli ed
i monili in oro erano il target preferito dai malviventi, in quanto facilmente
monetizzabili attraverso i ricettatori, tuttavia gli stessi non disdegnavano
elettrodomestici come aspirapolveri o robot da casa.
L’attività investigativa che, sovente, è riuscita ad impedire che i furti
venissero portati a compimento, ha anche consentito di apprendere, dalle
conversazioni intercettate degli indagati, come in soli tre mesi avessero guadagnato
ca. 280.000 euro, “lavorando notte e giorno”).
La progressione criminosa dell’associazione, tuttavia, veniva interrotta dai
Carabinieri di Casetta subito dopo un furto in appartamento, consumato nel
capoluogo di Provincia il 06 novembre 2018; si ricorda che in quella circostanza,
nel corso dell’inseguimento dei malviventi trovò la morte il carabiniere Emanuele
REALI del Nucleo Operativo dei CC di Caserta.
In particolare, nella circostanza., attraverso il consolidato modus operandi
dell’associazione per delinquere, mentre uno degli affiliati, PENGUE, attendeva in
auto, con funzioni di “palo” e di recupero per la fuga, SALVATI, REALE e
ATTANASIO si introducevano, dopo aver forzato la porta d’ingresso, in un
appartamento di Caserta in via Alfieri, dal quale asportavano degli elettrodomestici.
REALE e PENGUE furono fermati dai Carabinieri dopo un breve inseguimento,
mentre gli altri due riuscivano a fuggire ed a nascondersi.
Dopo incessanti ricerche, SALVATI ed ATTANASIO furono localizzati,
mentre attendevano che ARTUSO Anna arrivasse a recuperali. Ne scaturì un nuovo
inseguimento, durante il quale i Carabinieri riuscirono a bloccare solo SALVATI,
mentre ATTANASIO riusciva nuovamente a dileguarsi, inseguito dal V. Brig. dei
Carabinieri Emanuele REALI, che perse la vita investito da un treno durante le
ricerche del fuggitivo. L’irreperibilità di ATTANASIO durò meno di 48 ore, in quanto, le pressanti
ricerche dei Carabinieri, lo costrinsero a presentarsi al Comando Provinciale di
Caserta per costituirsi, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dal Pubblico
Ministero di questa Procura.
L’odierna operazione si inserisce in un più ampio contesto che vede questa
Procura della Repubblica impegnata nell’azione di contrasto dei reati predatori, con
particolare riferimento ai furti ed alle rapine in abitazione, reato particolarmente
odioso, perché colpisce le vittime nella loro intimità, generando un forte allarme
sociale.
Santa Maria Capua Vetere, il 17 gennaio 2019.
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