CULTURA. Il ponte, dal greco Πόντος, è riferibile ad una costruzione che permette l’attraversamento di ostacoli, metafora di unità tra loro distanti, rende possibili passaggi e congiunzioni altrimenti impensabili. Il ponte rimanda al simbolismo della traversata da una riva all’altra, che si ritrova anche in certi rituali iniziatici. Questo passaggio può avvenire attraverso una barca, o una zattera che rimanda al tema del viaggio. Come nei racconti del Poeta alessandrino e precettore di Tolomeo II, Apollonio Rodio che narra degli Argonauti, durante il viaggio di ritorno dal Mar Nero, a causa di una deviazione imposta da Zeus, dovettero risalire il Danubio e arrivare al mare Adriatico, attraverso un mitico ponte sotterraneo. La scala è un ponte verticale, che mette in comunicazione il cielo e la terra.
In questa dicotomia di opposti, unita dal concetto di ponte, gli Artisti Elena Dell’Andrea e Rocco Sciaudone, con le loro Opere, svelano il senso di questo simbolo, attraverso una visione spirituale e una più terrena, dove l’archetipo si confronta con la realtà di tutti i giorni.
Elena Dell’Andrea dal 2009 lavora sul tema degli AttraversaMenti con opere pittoriche e video su Mosè -MOSE legati alla città di Venezia. L’Opera nel corso del tempo si trasforma, da un lavoro di denuncia, ad una ricerca più spirituale, dopo l’incontro con il Maestro Remo Salvadori. Assume declinazioni grafiche nella mappa costituita da tutti i nomi dei ponti di Venezia, Venezia e i suoi Ponti, pubblicata in L’Acqua è Maestra. Questo progetto si arricchisce con tutti gli spunti derivati da altre Città con ponti, come Amsterdam.
Invitata a documentare la prima mostra veneziana di Nancy Genn a Palazzo Ferro Fini da Francesca Valente ha uno scambio proficuo con l’artista californiana che attribuisce al lavoro Ponti, Ponti, Ponti (Collezione Nancy Genn) la matrice dell’Opera.
Dal progetto Ponti di Elena Dell’Andrea nasce l’idea di estenderlo ad una lettura più ampia della sua Opera anche alla luce del connubio con l’Artista Rocco Sciaudone, che si concreta ne La Paranza, con il suo doppio senso, esposta nel 2017 all’evento del movimento internazionale Manifesto Brut, Carinola. Ne consegue un volume Ponti e AttraversaMenti che raccoglie le testimonianze di oltre dieci anni di lavoro e impegno artistico.
Rocco Sciaudone, allievo del Maestro Gianni Pisani, elabora la propria visione attraverso una espressione domestica strutturata da un’iconografia pubblicitaria come suggerisce Massimo Bignardi per le opere Scarpe esposte alla Galleria Salvatore Serio di Napoli. Matura la propria espressione artistica su temi di attualità, immigrazione e recupero del territorio, soprattutto attraverso gli interventi fotografici relativi al litorale domitio, Domitiafrica. Non mancano tuttavia Opere che si ispirano a Venezia come Hotel TV e sugli AttraversaMenti come le Tracce, declinate con diversi media, dalla Scultura, alla Fotografia, al Video. Si percepisce in questi ultimi lavori una riflessione sugli stati interiori. Durante l’evento saranno proiettati sezioni di video e immagini.
Marco Bussagli, laureato in Storia dell’Arte, è Professore di prima fascia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove insegna Anatomia Artistica. Borsista presso il Warburg and Courtauld Institute di Londra nel 1989, ha insegnato Iconologia e Storia dell’Arte presso varie Università. Ha collaborato con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ha al suo attivo oltre duecento pubblicazioni tra libri, testi scientifici, voci enciclopediche e articoli di alta divulgazione e Cataloghi di Mostre di cui è stato Curatore (Barocco a Roma. La meraviglia delle arti, Roma, Palazzo Sciarra; Escher, Roma, Chiostro del Bramante). I suoi studi più recenti, sono Bosch. Tavole di diverse bizzarrie (Giunti 2016) e I denti di Michelangelo. Un caso iconografico, edito (2014) da Medusa. L’ultimo libro scritto è Il Cristo velato. La cappella Sansevero (Scripta Maneant, Bologna 2019). È Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e scientifici.
Gianpaolo Berto, decano dell’Accademia di Belle Arti di Roma. L’incontro con i Maestri Tono Zancanaro e Carlo Levi costituisce il trampolino di lancio di questo eclettico Artista. Pur essendo stato tra i pochissimi ammessi allo studio di Giorgio De Chirico (ma anche di Renato Guttuso e Picasso), e aver esposto in prestigiose Gallerie e Musei, il Maestro Berto ha sempre privilegiato il contatto, in chiave anti-elitaria, con le cerchie di pubblico più genuino: Allievi, gente semplice, Artisti e Intellettuali che conducono la propria ricerca con rigore a autonomia. Ciò non significa che la sua Pittura sia avulsa dal contesto dell’Arte contemporanea. È noto infatti il debito contratto dalla Pop americana nei confronti di quella europea. Un fronte che a suo tempo trovava un Berto attento e operativo e poi, nei decenni a seguire, pronto a cogliere le fioriture delle successive frontiere dell’Arte.
Francesco Ruggiero, Curatore e Direttore Artistico di Eventi culturali. Tra i più importanti ricordiamo le Mostre di Carlo Levi a Palazzo Venezia, di Alberto Sughi a Villa d’Este, Ennio Calabria a Castel Sant’Angelo, Renzo Vespignani a Palazzo dei Papi, Ugo Attardi Opera Scultorea Momumento alla Resistenza Per la Libertà, Gianpaolo Berto al Rendano di Cosenza, Victor Laguna Arte e Solidarieta’ Senza Confini al San Michele A Ripa, Enzo Frascione Mostra inaugurata a Madrid e successivamente a Siviglia al Casino de la Exposición, a Barcellona al Real Cercle Artistic, a Madrid alla Calcografia Nacional, a Roma, Atene, Ankara, Istambul, Tunisi con la collaborazione e il supporto degli Istituti Italiani di Cultura. Inaugura la prima grande Mostra di Régis Deparis a Roma presso le Scuderie di Palazzo Ruspoli. Realizza I Colori del Nero grafica europea dell’Ottocento da Blake a Munch presso la Galleria Comunale d’Arte Exmà di Cagliari, Pericle Fazzini e Luigi Montanarini in Contributi : Aprite Le Porte a Cristo presso il Museo Nazionale d’Abruzzo di Chieti. Segue la Mostra itinerante di Enotrio Pugliese dal titolo Enotrio: Poeta Del Sud da Palazzo Borromini di Roma a Palazzo Ducale di Majerà/Diamante, dal Valentianum di Vibo Valentia al Teatro Comunale di Reggio Calabria. E poi Salvatore Provino, Nino La Barbera nelle Sale espositive della Aeronautica Militare a Roma, … la Biennale delle Accademie di Belle Arti La Terra ha bisogno degli uomini alla Reggia di Caserta e Michele III Millennio al San Michele di Roma. Per il lavoro svolto e il contributo apportato alle Accademie di Belle Arti italiane è stato insignito della Unita Medaglia dalla Presidenza della Repubblica Italiana.
PONTI D’ARTE
Lo sguardo è un ponte. L’arte sollecita gli sguardi, anzi obbliga a
guardare, t’incuriosisce, ti attrae e, quindi, crea ponti. Ponti fra te e il
mondo, fra il mondo e l’opera, fra te e gli altri che guarderanno o
hanno guardato quell’opera. Lo sanno bene Elena Dell’Andrea e Rocco
Sciaudone che al tema del ponte e dell’attraversamento hanno voluto
dedicare un percorso intrecciato fra le loro poetiche.
Sciaudone sa bene che il primo a produrre ponti è il nostro corpo. Il
corpo è un messaggio. Basta presentarsi per lanciare un messaggio,
non solo di noi, ma del mondo che ciascuno di noi è. Lo spiego sempre
ai miei studenti. Una volta uscii dall’ascensore e un gruppo di ragazzi
che stavano chiacchierando animatamente si acquietò. Eppure, non
avevo detto nulla, non un gesto, non un cenno. Era il corpo che
costituiva il messaggio, il ponte fra uomini. Per questo l’opera di
Sciaudone usa frammenti del corpo per raccontare il suo messaggio.
Impronte di piedi, calchi di mani, fotografie di persone sono le “parole”
del suo linguaggio che ruota intorno alla figura umana.
La poetica di Elena Dell’Andrea, invece, verte sull’ambiente antropico
e sulla sua Venezia che fra tutte le città è quella che meglio di ogni
altra rappresenta l’idea di ponte fra culture diverse. Città di mercanti e
di commerci, Venezia è cerniera fra Europa e Asia, fra Mediterraneo e
Mar della Cina. Non solo, ma la sua stessa urbanistica, come sa bene la
giovane Elena è attraversata da ponti che fanno della frammentazione
un’unità. Nascono allora gli acquerelli dedicati al tema, oppure la
serigrafia in blu, intitolato, appunto Venezia e i suoi ponti che si è
meritata la segnalazione all’edizione 2017, del Premio Celeste. Pare
una pianta di precisione vista dall’alto l’intera immagine, ma se si vede
bene, a costituire quell’orografia grafica sono parole. Di nuovo il
linguaggio, visivo e verbale che si fa opera d’arte per legare qualcuno
che neanche si conosce al mondo dell’arte che è il regno dell’eterno e
dell’effimero. I ponti di Elena Dell’Andrea vengono da lontano e vanno
lontano a congiungere epoche diverse che prendono le mosse da Die
Brücke e, scavallando il secolo dei grafismi di Klee, ricama sulla pelle
della carta i ghirigori dei propri sogni… che sono gli ultimi ponti, quelli
fra la realtà e i desideri. Con il suo tratto leggero, che è solo uno dei
suoi mezzi espressivi (dalla performance alla land art), Elena racconta
il suo mondo e la sua arte spalancando sugli occhi degli altri i propri
mondi interiori. Marco Bussagli
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