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CULTURA – Nuove tappe in Brasile con Francesco: “Da Santa Teresa a Lapa da Copacabana a Ipanema”

 
CULTURA. In questo breve percorso carioca, la prima parte della mattinata la dedichiamo ai due quartieri storici: Lapa e Santa Teresa.

Lapa era il vecchio quartiere a luci rosse, oggi luogo d’incontro di molti giovani soprattutto artisti. Santa Teresa, anch’essa luogo d’incontro soprattutto nei fine settimana, arroccata su una collina che sovrasta la città, vive nelle vecchie dimore, molte delle quali, oggi, sono diventati centri culturali, negozi, ristoranti. Il modo più tradizionale per arrivare a Santa Teresa è il bonde (tram). Questa volta, a differenza del Corcovado, riusciamo a prenderlo ed a inerpicarci su. Il percorso è breve e caratteristico. Partendo dalla fermata di Centro, e passando sugli archi di Lapa, ci troviamo, arraspando su ripidi vicoletti, nel quartiere di Santa Teresa. Qui si respira arte!
Il vecchio quartiere ripreso è uno splendore. Soprattutto nel modo e nel momento in cui lo visitiamo. Passeggiando tra i vicoli privi di gente se non qualche locale, intorno a noi, sui muri delle case, sui pali elettrici, sulle mura delle chiese murales di ogni tipo. Dopo una passeggiata tra le strade del quartiere, facciamo una piccola sosta in un bar. Il tempo di una bevanda al guarana, sostanza che sostituisco al caffè per tenermi sveglio dalle poche ore di sonno. Sono le 10.30 circa. La gente inizia pian piano a mettersi in moto. Scendiamo verso Lapa ed arriviamo alla Escadaria Selarón. Qui veniamo letteralmente sommersi dai colori dei mosaici dell’artista cileno Jorge Selarón che ha voluto, riuscendoci, ad omaggiare i colori del popolo brasiliano decorando i 215 gradini che la compongono. Nelle migliaia di disegni, colori, ed immagini, mi emeziona trovare una maiolica che raffigura un grande della mia Terra: il principe Antonio de Curtis in arte Totò.
Attraverso il traffico del centro, alcuni di noi, tra cui il sottoscritto, optano per la Confeitaria Colombo. Forse un po’ troppo elegante per dei viaggiatori freak style e più adatto ad un pubblico chic. Ma l’edificio merita una visita. Tanto vale approfittarne per uno spuntino.
Il pomeriggio ci attende la spiaggia.
L’appuntamento con tutti è al posto 4, la direzione: Copacabana. Quattro chilometri e mezzo di una delle spiagge più conosciute al mondo. Una volta arrivati, girandomi intorno, capisco il motivo del suo essere famosa. Anche se più in declino rispetto agli anni passati, il mix di sabbia bianca, botecos, musica, sport, il viale alberato, il traffico e i marciapiedi in stile coloniale, diffonde nell’aria energia. Il bagnasciuga ed il costume mi permettono di rilassarmi un attimo… ma non troppo. Qui i venditori ambulanti la fanno da padrone. Sembra un centro commerciale in movimento. Dall’acqua ai cappelli, dagli spiedini di gamberi alle amache, c’è un’infinità di prodotti che ci vengono offerti mentre io, personalmente, mi “godo il momento” ricordando un aneddoto del grande De Crescenzo. Dopo il dovuto riposo ci si reca ad Ipanema. È qui che attendiamo il tramonto con l’orecchio puntato all’evento che sta per concludersi in Italia. Un’occhio al sole che va a nascondersi dietro al Corcovado, uno al telefono per Napoli – Liverpool. Una birra fresca, il rumore delle onde, il telefono che emette la sentenza.
Napoli – Liverpool 2-0.
Domani affronterò la favela con più tranquillità… almeno spero. Francesco
COPACABANA

 
ESCADARIA SELARON

 
BONDINHO A SANTA TERESA