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CULTURA – Con Francesco al Maracana, nelle Favelas, al Museo del Domani e a Las Etnias

 
CULTURA. Tre giorni a Rio, non sono un numero sufficiente per visitarla tutta. Ognuno di noi ha idee diverse e quindi, nella mattinata dell’ultimo giorno, siamo liberi di muoverci come vogliamo. Il primo tratto lo dedico alla visita esterna del Museu do Amanha (Museo del domani). Sarebbe stato bello visitare l’interno con le mostre interattive di cui parla la guida sullo spazio, terra, biodiversità e le sfide che attendono il futuro. Però i tempi sono ristretti e quindi mi accontento di vedere l’esterno dell’edificio realizzato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava in quest’area, precisamente il molo Mauà, valorizzata in occasione delle olimpiadi cancellando così il degrado degli anni passati. Percorriamo l’avenida Rodriguez Alves che costeggia il mare. Qualche pescatore ed una moltitudine di cadetti che svolgono attività fisica sono da cornice al luogo. I palazzi dal lato opposto, sono anch’essi ricchi di murales. Quello più interessante, a mio avviso, è l’opera chiamata “Las Etnias” di Eduardo Kobra. Il murales, che con i suoi 170 metri ha stabilito il record di murales più grande del mondo realizzato da una sola persona, è stato anch’esso realizzato per le olimpiadi di Rio, a seguito di un progetto di valorizzazione. Sui muri, le linee decise ed i colori vivaci, rappresentano 5 volti di persone che vengono dai cinque continenti e danno, come risultato, un forte messaggio di uguaglianza tra i popoli di tutto il mondo. Alle 10.00 circa ci vengono fatte due proposte.
Io e Giuseppe, napoletano del gruppo, ancora caldi del successo in Champions, optiamo per la terza: l’Estadio Jornalista Mario Filho o meglio conosciuto come Maracana. Si passa prima nel piccolo museo che raccoglie l’impronte dei grandi calciatori che hanno calpestato lo stesso terreno che, tra qualche minuto, avremmo calpestato noi. Pelè, Garrincha, Ronaldinho. Qui il Brasile amante “do futebol” ha vissuto e vive tutt’ora eventi importanti alternando gioie a dolori. Uno di quelli intelebili resta la sconfitta nella finale mondiale vinta per 2-1 dall’Uruguay.
Nel pomeriggio ci attendono due favelas. Una più piccola “Vila canoas” dove ne approfitto per la mia dose di Guarana (nome) e la più grande del Brasile “Rocinha”. Quello che vedo in entrambi i casi, è sicuramente povertà, ma nulla di più rispetto a ciò che ho visto in altre zone del mondo. Si trovano anche similitudini con qualche nostra realtà, ma sicuramente in maniera ridotta. Di sicuro, la povertà, così come il degrado, va in contrapposizione con la ricchezza vista sulla spiaggia di Copacabana ed Ipanema. Ci muoviamo a piedi nella prima, con i mezzi nella seconda. Visitiamo un’asilo in cui, oltre a concedermi un girotondo con i bambini, riesco a ricevere un biglietto da visita per poter collaborare alle loro iniziative benefiche. Sento molti dire “Io non mi fido delle solite associazioni”, ecco, questa l’ho provata con mano. Lo scopo è dare ai bambini un educazione per garantirgli il futuro in un paese in cui vi è il paradosso che offre le università gratuite per tutti mentre le scuole inferiori statali, non garantiscono una preparazione soddisfacente. Il risultato? Le università gratuite saranno garantite per i giovani che vengono dalla scuola privata ovvero, figli dei signori a discapito dei figli della favela. Comunque i dati sono i seguenti : Assoc. Amigos da vida – Travessa Libertade, 90 – Rocinha – Cep: 22451-460 – Rio de Janeiro – Brazil. Saranno contenti di ricevere qualsiasi cosa possa servire al loro progresso. E vi ringrazieranno gridando: Obrigato! (Grazie)

FAVELA

 
MARACANA

 
LAS ETNIAS

MUSEO DEL DOMANI