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IL CASO SCUOLE A CASANOVA – Il Comitato Genitori va in Comune, ma la soluzione appare lontana

CASANOVA. Come promesso su queste pagine in un articolo precedente, pubblicato lo scorso 16 novembre (LEGGI QUI), non molliamo la questione dei lavori al Plesso Scolastico di Casanova di Carinola. Una vicenda che si protrae da troppo tempo, tanto che, i genitori hanno deciso di unirsi in un comitato. Proprio questo comitato, ieri mattina, si è recato presso il Comune di Carinola per chiedere ulteriori chiarimenti, per l’ennesima volta.
Nelle parole che seguono, rilasciate dal comitato genitori, si intuisce lo stato dei fatti, ancora lontano da una reale soluzione al problema: “I cittadini casanovesi non demordono e ieri mattina una delegazione di genitori insieme ai membri del comitato, costituitosi proprio per lavorare a favore della riapertura della scuola di Casanova e per vigilare sull’operato delle istituzioni, si è recata presso gli uffici del Sindaco per chiedere chiarimenti in merito alla situazione dei lavori necessari alla riapertura del plesso scolastico di Casanova. Tali lavori si sono finora svolti a singhiozzo e solo per piccole parentesi con lunghi periodi di inattività, tanto è vero che dopo un intero anno scolastico, quello scorso, e due mesi e mezzo dell’anno in corso, non ancora risultano terminati. Le spiegazioni che sono state date, tra promesse disattese, incontri richiesti e non avvenuti e firme consegnate, rimandano a non meglio specificati tempi burocratici necessari per portare a termine i lavori. E nel frattempo i bambini vivono il disagio di affrontare ogni giorno lo spostamento, con problemi organizzativi solo in parte risolti col pulmino, i negozi patiscono la mancanza del movimento commerciale indotto dalla scuola e i cittadini tutti sono privati della scuola che tiene vivo il paese. Ieri, intere classi erano assenti ed è questo un modo per manifestare il nostro disagio per un verso, il nostro disappunto per le promesse mancate che stanno minando la nostra fiducia nelle istituzioni coinvolte e la nostra volontà di continuare a lottare per quello che riteniamo sia un nostro diritto: riportare i nostri bambini nella scuola del paese in cui abitano e restituirla alla cittadinanza perché la scuola è un bene ‘pubblico’, non è solo dei bambini o dei loro genitori ma appartiene a tutti“.