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FALCIANO – Lo stimato Prof. Giuseppe Toscano risponde con una lettera ai nostri auguri di Natale

 
FALCIANO. Dopo le parole di auguri scritte su queste pagine dal nostro staff, in cui abbiamo ripreso e commentato la terribile situazione che vede un intero territorio vittima di mafie e violenze ambientali, abbiamo felicemente ricevuto una lettera, a firma del Prof. Giuseppe Toscano, attraverso la quale si intuisce lo spessore culturale di una persona non indifferente alle problematiche sociali, ambientali, e non solo, che attanagliano il nostro territorio.
Ringraziando il Prof. Toscano e chiunque, come lui, “abbraccia la croce” e si “rimbocca le maniche” cercando di cambiare qualcosa, affiancandosi al nostro pensiero, vi proponiamo la lettera qui di seguito: Lettera al Direttore di The Report Zone
Caro Direttorele tue riflessioni ed il profondo e sentito grido d’allarme che ho percepito nel leggere il tuo ultimo scritto del 23 u.s. mi sollecita a condividere in modo aperto ed organico le tue preoccupazioni che possono apparire ovvie ad un lettore disattento e dovute, secondo un buonismo di maniera, come accade spesso leggere sia sulla carta stampata e sia sui nuovi mezzi di comunicazione del mordi e fuggi quando si vive un clima di festa come quello che viviamo in questi giorni di fine anno 2019.
Non è mia intenzione non riconoscere, almeno da come le cose si sono evolute, tutti gli interventi e le decisioni prese da parte di chi è deputato ad affrontare e risolvere una maledizione che in particolare noi del Sud ci portiamo sulle spalle fin dalla nostra nascita.
Ciò che fa pensare a che, ormai, tutti i giochi siano stati conclusi e che  siamo destinati docilmente a scomparire nella nebbia del nulla è la concreta assuefazione all’indifferenza.
Abbiamo affidato nelle mani di pochi, volponi e maneggioni ma con un  sorriso ingannevole, la nostra vita, la nostra amata terra ed il mondo intero.
La storia è sempre la stessa, quella che studiamo a scuola (ma si studia ancora la storia nelle nostre scuole?), si ripeteciclicamente sino a quando qualche visionario, non parlo di quellodella “decrescita felice”, Rousseau oggi gli riderebbe in faccia nel vedersi ridotto a barzelletta, non si mette in testa che per cambiare tutto è necessario una rivolta non di garofani o rose ma cruenta e finale.
Per fortuna non ancora siamo giunti al punto di non ritorno perché  alcuni segnali che giungono da parti di società ancora desiderosa di sfidare l’opportunismo dominante, fanno sperare che non ancora tutto è finito.
Si avverte,però, l’urgente bisogno di trasformare gli slogans in azioni positive, se manca questa convinzione tutto può precipitare nel nulla.
La famiglia, la scuola, l’associazionismo e tutto ciò che significa aggregazione e confronto devono assumersi la responsabilità morale e sociale di accollarsi il duro compito di creare una cultura del cambiamento in cui la salvaguardia dell’individuo, che è poi la salvaguardia di se stessi, e dell’ecosistema che ci accoglie e ci sostiene è la strada prioritaria che bisogna percorrere tutti insieme per liberarci dal mostro dell’indifferenza.
Si possono spendere miliardi di euro, si possono schierare eserciti per il controllo del territorio, si possono promettere ed effettuare bonifiche, si possono riempire pagine di giornali di denunce e di altro, se manca la convinzione che ogni singolo individuo deve essere il primo ed ultimo baluardo della difesa di se stesso e del pezzo di terra su cui vive, tutto è perduto.
Ci vuole convinzione e coraggio.
Quei pochi che hanno questa convinzione e questo coraggio vengono costantemente denigrati , zittiti, impauriti, messi alla berlina come fenomeni da baraccone perché chi è preposto per suo compito alla difesa dell’individuo e dell’ecosistema sia di un piccolo paese che del mondo intero è apertamente colluso con chi vuole per egoismo e per sete di danaro e di potere la distruzione dell’uomo e dell’intero ecosistema. 
Assistiamo sempre alla solita sceneggiata: gli stessi uomini che promettono il mondo di Alice nel paese delle meraviglie durante le loro campagne elettorali e pubblicamente piangono lacrime dicoccodrillo nel commentare eventi e calamità, quando i disastri da loro provocati non hanno più quella risonanza utile per le loro furbate, si dimenticano volutamente delle loro promesse e delle loro finte lacrime.
Ma la Natura non dimentica mai il male subito e, come è accaduto sino a pochi giorni addietro, ha dato un grosso schiaffone a noi indolenti avvisandoci che con lei non si può scherzare come si è fatto e si sta facendo.
Intanto questi soggetti hanno scimmiottato il loro dolore, e molto di noi sono caduti nella loro trappola, ma non hanno avuto e non l’avranno mai il coraggio di dire che è colpa loro aver ridotto la magnifica terra che abbiamo avuto in eredità  in una gruviera e nelle condizioni di precarietà di cui siamo testimoni.
Questo accade sotto i nostri occhi e lo viviamo con angoscia e paura.
Ciò che accade in  altre parti del mondo dove esiste, come esiste in piccolo anche da noi, un disegno programmato di sconvolgere l’intero ecosistema,  ci rappresenta in modo chiaro ciò che sarà  il nostro futuro prossimo se non sconfiggiamo l’indifferenza
Le parole di Greta Thumberg semplici e chiare senza i soliti fronzoli del “politicamente corretto” non hanno prodotto nemmeno il solito topolino che ci si aspettava dall’ultima Conferenza sul Clima di Madrid.
Ti ringrazio per la correttezza ed il coraggio delle argomentazione che hai usato nel tuo articolo”. Cordialità. Giuseppe Toscano