CARINOLA. Michele Provitola si è laureato come Ingegnere Edile presso l’Università Federico II di Napoli con 110 e lode. Per lui, appena dopo la laurea, la carriera inizia presto. Lo abbiamo sentito telefonicamente e ci ha spiegato: “Tutto è partito alcuni anni fa, prima che crollasse il Morandi, quando mi chiedevo quale poteva essere la vita utile di un ponte , considerando diversi aspetti come scarsa manutenzione del patrimonio infrastrutturale italiano, corrosione delle armature nel tempo, non ottimale mix design del cls ecc.ecc. Quello che mi è subito balzato all’occhio è che in linea di massima, sino ad oggi in Italia, vengono sicuramente eseguiti pochi censimenti, poche ispezioni nonché scarsi interventi di manutenzione sui ponti,”. Queste le prime parole dell’Ing. Michele Provitola che poi continua: “Ho iniziato a studiare i diversi metodi di valutazione dello stato di degrado dei ponti che adottano i diversi Paesi: Italia, America, Giappone, Francia, Grecia, ecc ecc. Ho fatto uno studio immane. Questo soprattutto perché ogni Paese ha il proprio metodo di valutazione, variano da Nazione in Nazione, e non esiste un metodo uguale per tutti. Ciò lascia intuire che per fare uno studio approfondito si devono conoscere tutti questi metodi. Io, oltre ad averli studiati, li ho comparati e mi sono accorto che tutti erano manchevoli di alcuni aspetti importanti. Tutto il ragionamento che ne è venuto fuori, poi, è stato anche oggetto della tesi di Laurea. In linea di massima posso dire che la valutazione dello stato di degrado dei ponti si fa attraverso un’accurata ispezione che infine ci fornisce un indice di degrado: è il CRM (Condition Rating Mark), in soldoni è un numeretto finale che ti definisce lo stato di degrado del ponte ed in base al suo valore numerico si prioritarizzano gli interventi di manutenzione. Il problema è che ogni Paese, se consideriamo uno stesso ponte, attribuisce a questo indice un peso più o meno diverso. Attraverso le mie analisi, insieme ad altri Ingegneri e Professori del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale della Federico II di Napoli, sono emerse diverse falle, sui diversi metodi. Nel Maggio di quest’anno, finalmente, sono state poi redatte e approvate per la prima volta “Le Nuove Linee Guida sui Ponti”: prima non avevamo una normativa dettagliata e unica sui ponti. Oltre che un lavoro approfondito, anche una notizia importante, volta alla sicurezza della viabilità e di ogni singolo cittadino. “Tutto questo lavoro –continua l’Ing. Michele Provitola- mi ha permesso di essere certificato come Ispettore di Ponti e Viadotti. In cosa consiste il mio lavoro? In poche parole, le Linee guida prevedono che ogni ponte sia censito ed ispezionato. Per farlo c’è bisogno di un tecnico certificato e qualificato, ossia un Ispettore di Ponti e Viadotti. Sono stato certificato dall’unico organo in Italia in grado di farlo, ossia il Centro Internazionale di Aggiornamento Sperimentale. In totale, fino alla scorsa settimana, ultimo dato aggiornato in mio possesso, avevamo 406 Ispettori di Ponti in tutta Italia, provenienti da ogni Regione e Provincia. In questa nuova tornata ne sono stati certificati altri 25 e a rappresentare la Campania c’ero io ”. In conclusione, l’ Ing. Michele Provitola lancia un messaggio molto interessante: “Ad oggi, in Campania ed in molte Regioni Italiane, c’è una situazione di ponti ed infrastrutture messa male sia in termini di censimento che d’ispezione, basti pensare che molte Amministrazioni ad oggi non conoscono il numero di ponti presenti sul proprio territorio e quindi non sanno in che condizioni versano. Questi hanno bisogno di essere censiti, ispezionati ma soprattutto di piani di manutenzione programmata in grado di aumentare nel tempo la vita utile dell’opera stessa. La mancanza di controlli è un pericolo per ogni cittadino. La Provincia di Caserta ha circa 650 ponti in cemento armato (tra ponti e sottopassi), e molti sono in stato di degrado medio, un problema da non sottovalutare. La manutenzione è importante. La manutenzione è prevenzione. Prevenire il danno vuol dire salvare vite umane. Per questa ragione, più che di soldi, c’è bisogno di figure qualificate che lo sappiano fare”.
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