CULTURA. Come vi abbiamo anticipato in un altro articolo qualche giorno fa (LEGGI QUI), abbiamo seguito Carlo Amendola nel suo Cammino Materano. Un’esperienza, intrapresa insieme a Maria e Paola, che adesso volge al termine. Già, perchè ieri, dopo giorni di cammino per un totale di 170 km, Carlo è arrivato alla famigerata Città dei Sassi. Ci siamo da subito interessati a raccogliere le sue impressioni su questa formidabile esperienza. Sensazioni, fra l’altro, di uno che di cammini, escursioni e viaggi se ne intende. Carlo Amendola, infatti, è un guida AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche). Bene, nella tarda serata di ieri abbiamo sentito Carlo. Ancora una volta, le sue sensazioni, suonano per noi preziose: “Questo viaggio è arrivato alla sua fine… dopo 170 km, girando l’ultima curva, Matera s’è mostrata in tutta la sua bellezza straordinaria. Nessun film o documentario mi ha davvero mai preparato a questo “tutto” che invade ogni angolo degli occhi e della mente… e all’improvviso, per un attimo, sono tornato indietro ai primi giorni, agli incontri o al silenzio che per un attimo mi avvolgeva, quando il sole era troppo forte per dire qualcosa o quando la pioggia rimbombava nelle orecchie… ricordo la bellissima accoglienza presso la Masseria Scalera, con il fattore che apparecchiava la nostra tavola di fortuna… non ho mai mangiato un formaggio così buono o assaggiato un vino così sincero. Ricordo dei sorrisi di chi, incontrandoci per strada, rispondeva al nostro saluto, anche se “stranieri”. A tutto questo ho pensato e a molto altro, mentre guardavo il tramonto avvolgere la Città dei Sassi, e le luci trasformarla in un vero presepe vivente… Ho un piccolo nodo alla gola, se devo essere sincero… certo, devo tornare alla vita di tutti i giorni ma su questo cammino molto ho visto e vissuto e andare via fa un po’ male“. Certo, ritornare alla vita normale, dopo un viaggio simile, non è da tutti. Nella giornata di ieri, quando Carlo è arrivato a Matera, avevamo già intuito il “nodo in gola” di cui ci parla. Accompagnato ad una bellissima foto, sulla sua pagina Orme Sentieri e Radici ha scritto: “Quando sono partito per intraprendere il Cammino Materano, ero diviso tra due idee, su me stesso: -sarà bellissimo; -non sarai in grado. La seconda sembrava avere più forza della prima e ogni mattina, dopo l’ennesima tappa sfiancante, questa vocina insidiosa tornava a visitarmi… poi ho capito una cosa: non ero davvero io ma quella parte di me che mi vorrebbe sempre abitudinario, sempre impostato, rigido…”. Anche per noi, è stato bello aver preso parte a questa meravigliosa avventura, anche se da lontano e con occhi diversi. Per tutto ciò che siamo riusciti a fare, non possiamo fare altro che ringraziare, ancora una volta, Carlo. Grazie!
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