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PONTELATONE – Nuovo crollo a Trebula Balliensis: uno scempio senza fine

 
 
PONTELATONE. Una bruttissima notizia giunge da Pontelatone. Una notizia, questa, che è il caso di riportare sotto forma di denuncia. Già, perché quando si inizia a perdere di vista l’importanza delle nostre radici, delle testimonianze storiche che hanno fatto una civiltà, allora c’è bisogno di dar voce, o quanto meno cercare di risvegliare le coscienze, per salvare il salvabile. Parliamo della porta megalitica di Trebulla Balliensis. Nel giro di poco più di un anno, la parte finita accanto alla porta, ha subito ben due crolli. Crolli che, a quanto pare, sono passati indifferenti agli occhi di chi, per dovere, era chiamato ad intervenire. Il primo, avvenuto all’incirca nel dicembre del 2019, nella parte destra della porta. L’altro, soltanto ieri.
Trebula Balliensis è un sito importantissimo. Parliamo di una cittadina che nacque intorno al IX secolo a.C. molto prima della leggendaria fondazione di Roma, fondata probabilmente dagli Osci. Sita nel comune di Pontelatone, nella frazione di Treglia a sud dei Monti Trebulani. Intorno al VI secolo a. C. venne occupata dai Sanniti fino all’arrivo dei Romani, verso la fine del III secolo a. C.
La parte attualmente scavata è relativamente piccola (la zona intorno alla meravigliosa porta megalitica occidentale e parte delle terme). Aveva due nuclei: l’acropoli, sul vicino colle Monticelli e l’abitato sottostante, sul pianoro detto “La Corte”. Proprio il pianoro ospita questa porta megalitica, una delle più belle e imponenti d’Europa. (Il crollo è avvenuto a ovest della porta). La stragrande maggioranza dell’antico abitato si trova ancora sottoterra, infatti è stata denominata “la Pompei sannitica”. Una testimonianza storica al cospetto della quale ognuno di noi rappresenta un essere minuscolo. Già soltanto per questa ragione, probabilmente, dovremmo porre maggiore importanza a quello che di realmente importante è presente, attorno a noi. Staremo a vedere come evolverà la situazione. Di seguito alcuni scatti (prima e dopo il crollo). Le foto ci sono state inviate e gentilmente concesse da Carlo Amendola, guida AIGAE. E’ stato lui a notare il primo crollo in quanto, essendo stato lì ad ottobre 2019 l’aveva trovato integro, a gennaio, poi, ha potuto documentare il primo crollo.