SESSA A.Una nuova aggressione, l’ennesima, e per poco, anche questa volta, non c’è scappato il morto.
Teatro della violenza, il così detto vecchio ospedale san Rocco di Sessa Aurunca, dove sono allocati i reparti della psichiatria, tecnicamente SPDC e dove, solo qualche anno fa, oggetto della furia violenta di un malato psichiatrico immigrato clandestino, un malcapitato degente del medesimo reparto, originario di Falciano del Massico, ci ha rimesso la pelle.
Qualche giorno fa invece,segnatamente il 18 luglio u.s., ad avere la peggio, sono stati un vigilante addetto alla sicurezza e,a quanto pare, alcuni operatori sanitari.
Tutti salvi, per fortuna.Sebbene il vigilante abbia subito seri danni al volto e al naso per i numerosi colpi subiti da un giovane paziente che, in preda ad una crisi dal difficile contenimento, è andato letteralmente in escandescenza, ingaggiando una colluttazione violenta con gli operatori presenti e la guardia giurata di turno,per l’appunto.
L’accaduto,che solo per un caso non è stato più grave di quanto si racconta, ripropone il tema della sicurezza in strutture come quella SPDC di Sessa Aurunca.
Ambienti evidentemente delicati, meritevoli di ben altre attenzioni dalle istituzioni preposte alla loro gestione, con particolare riguardo proprio alle misure di sicurezza.
La speranza è S che questo ennesimo episodio possa fungere da monito e da pungolo verso chi può e deve accelerare sul piano dei provvedimenti concreti per assicurare l’innalzamento degli standard di sicurezza e tutela degli operatori, sia sanitari che di vigilanza , che operano in un settore così delicato e rischioso.
Il brutto episodio dello scorso 18 luglio, a quanto è dato intuire, sarebbe stato oggetto di una precisa informativa delle forze di polizia giudiziaria presenti sul territorio di Sessa Aurunca,più volte intervenute anche per il passato per circostanze della stessa matrice.
Da ciò si desume l’apertura di un fascicolo da parte della magistratura, segnatamente della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
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