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FALCIANO – Il successo di ARBORETO, l’artista Enzo Salzano racconta alla nostra redazione le impressioni dopo la chiusura della mostra

“Quella di ARBORETO, a Falciano (la personale di Enzo Salzano andata in scena a Falciano del Massico dal 18 Dicembre 2023 al 10 Gennaio 2024 ndr), è stata un’esperienza bellissima”. Queste le parole dell’artista Enzo Salzano, che non perde occasione per ringraziare, ancora una volta, il sindaco Ing. Giovanni Erasmo Fava, l’Assessore Rosa Maria Zannone e tutta l’amministrazione comunale per aver messo a disposizione la Sala Consiliare e l’intera Casa Comunale.

I suoi ringraziamenti, poi, vanno anche al Prof. Luigi Crimaco, al Dott. Tonino Mirenda e a Francesco Torrico, per aver partecipato, al tavolo, nei convegni di apertura e chiusura per quello che è stato un vero e proprio viaggio.

Noi di Thereportzone, ci affianchiamo ai ringraziamenti e li rivolgiamo anche a tutti coloro i quali hanno partecipato. E’ stato anche grazie al contributo dei presenti, nel pubblico, che siamo riusciti ad analizzare la tematica dell’Albero, inteso come “prisma”, sotto moltissimi aspetti.

Ad esempio, come ben ci spiega l’artista Enzo Salzano nello scritto che segue, fra gli spunti c’è senz’altro quello interessantissimo sui “benefici nell’osservazione di un’opera d’arte“.

Così, in uno scritto post-mostra, Enzo ci dona un’ulteriore perla di saggezza, che ci mette a riflettere su quanto sia importante puntare sulla cultura, sempre, e donare, ad essa, la giusta chiave di lettura.

ENZO SALZANO: “Esperienza e benefici nell’osservazione di un’opera d’arte.

Un’artista che crea un’opera d’arte, nelle sue differenti forme: pittura, teatro, danza, musica, per citarne
alcune, il prender parte al processo creativo, porterebbe tutta una serie di benefici psicofisici in quanto
favorisce un’esperienza mente-corpo unica che permette di entrare in contatto con il proprio Se’ grazie
all’espressione della propria creatività; miglioramento delle abilità cognitive, in particolare concentrazione
in coloro che dipingono, o superamento di traumi come nel caso del premio Nobel della letteratura
Hermann Hesse che, per elaborare esperienze fortemente traumatiche insorte nel corso della prima
guerra mondiale, iniziò a dipingere acquarelli ritraendo paesaggi nei dintorni di Lugano. Solo per citare
alcuni dei numerosi vantaggi che l’atto creativo comporta.

Scoperti i benefici che l’arte comporta non potevano non essere utilizzati anche in psicoterapia. Si sente spesso parlare di arteterapia per far riferimento a quell’intervento d’aiuto che si basa sull’utilizzo di materiali artistici per favorire il contatto interiore e l’espressione di sé. In un’epoca, la nostra, contrassegnata da gravi disagi comportamentali, relazionali ed emozionali, aggressività, specie nelle giovani generazioni, l’arte rappresenterebbe un efficace mezzo per equilibrare, ricostruire, potenziare il proprio Essere. L’arte, nelle sue differenti forme, da sempre è stata utilizzata dall’uomo/donna per esprimere sé stesso/a e comunicare al mondo i temi cardine della propria esistenza. La controparte del creatore dell’opera d’arte è il fruitore della stessa, che dall’osservazione del prodotto artistico conferisce il senso e valore significante al risultato del processo creativo.

Nel campo della psicologia, differenti studi hanno cercato di carpire gli effetti mentali correlati sull’essere
umano, rilevando che, anche l’osservazione dell’arte (di quadri nel corso di una esposizione di opere pittoriche o scultoree, per esempio), è fonte di innumerevoli benefici. Per godere di opere d’arte, non necessariamente bisogna sperimentare la famosa Sindrome di Stendhal, che non è una malattia ma transitori sintomi psico-somatici, sperimentata e descritta per la prima volta dallo scrittore Francese Stendhal durante la sua visita alla Basilica di Santa Croce a Firenze. Può manifestarsi, in persone esperte ma anche non esperte d’arte, quando si è al cospetto di opere d’arte o architettoniche di notevole bellezza, ritrovandosi a vivere una situazione emotiva molto coinvolgente.

Anche la scienza conferma che l’osservazione di un’opera d’arte ha effetti benefici sul nostro corpo.
In Gran Bretagna arriva un dispositivo in grado di mostrare cosa avviene nel nostro cervello quando si
fruisce un’opera d’arte. L’obiettivo è quello di dimostrare l’effetto benefico dell’arte sul nostro corpo Quando osserviamo il volto della persona amata, un’opera d’arte o qualcosa che reputiamo bello, il nostro cervello rilascia dopamina, mediatore del piacere e della ricompensa, facendoci sentire appagati. E se
questo processo potesse essere visualizzato graficamente, mostrando l’effetto che l’arte ha sul nostro
corpo? È proprio questo il risultato dell’iniziativa promossa da Art Fund- l’organizzazione benefica per lo
sviluppo e il supporto della cultura in Gran Bretagna, in occasione del suo 120esimo anniversario
Il prototipo è stato testato per la prima volta alla Courtauld Gallery di Londra, dove i visitatori hanno potuto osservare le loro stesse reazioni cerebrali ai capolavori di artisti del calibro di Vincent van Gogh, Paul Cézanne, Edouard Manet o Claude Monet. Lo strumento sviluppato da The Mill aiuta a rispondere alla domanda “perché è ancora così importante lasciarsi sorprendere dalla bellezza di un’opera d’arte?”.
Semplice: perché fa bene al corpo e alla mente. impatto su di loro. Il progetto di Art Fund punta a portare le persone al museo dimostrando ai visitatori il potere dell’arte sul nostro corpo. Non credo, come il personaggio dello scrittore russo Dostoevskij, il principe Myskin, nell’Idiota, che la “bellezza salverà il mondo” ma che potrebbe però salvarci dall’assuefazione al brutto, al disincanto, alla violenza estetica (ed etica)”.

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