

Appia Antica, Patrimonio UNESCO: l’appello ed il progetto dell’Associazione AppiAPiedi spiegato dal fondatore Emilio Cattolico
(di Marco Gallo) Poco meno di un anno fa la via Appia “Regina Viarum”, la strada romana più antica del mondo, veniva iscritta nella lista del patrimonio mondiale UNESCO. È stato un evento epocale che ha gettato le basi per la realizzazione di progetti futuri, soprattutto per le città toccate dal passaggio del vetusto basolato. Lungo l’attuale litorale Domitio, in particolare, la via Appia sfiora con la sua bellezza le città di Sessa Aurunca, Baia Domitia, Cellole, Mondragone e dintorni spingendosi poi nell’entroterra, verso Capua.
Ma quali sono le possibilità per ridare slancio all’economia locale?
Risponde alla nostra domanda Emilio Cattolico, uno dei fondatori dell’Associazione AppiaAPiedi, che sulle orme del giornalista e viaggiatore triestino Paolo Rumiz è stato tra i primi a credere in questo progetto e a valorizzare per anni il tratto dell’Appia Antica che costeggia il litorale.
«L’Associazione si propone di realizzare un Cammino dell’Appia creandolo “dal basso”, con la collaborazione di quanti vivono sul percorso e vogliono suggerire delle varianti più adatte per un viaggio a piedi» spiega Cattolico. «Il turismo dolce e culturale, come lo intendo io, è uno stile di vacanza che non ha un grosso impatto in termini di inquinamento sul territorio e non disturba gli autoctoni.
Il turista si arricchisce di storia, di archeologia, mentre il residente può fare sempre di più per migliorare la sua qualità di vita. Noi popoli del sud abbiamo l’accoglienza nelle nostre radici, eppure dobbiamo riscoprirla. È un fatto culturale. Molti cittadini di Mondragone, Sessa Aurunca, Baia Domitia, Cellole e dintorni non sanno neanche cos’è l’Appia Antica, né cosa abbia rappresentato più di duemila anni fa.
Potremmo addirittura vantarci di avere il tratto più lungo di basolato, esclusi i tratti del parco archeologico dell’Appia alle porte di Roma (per il quale dobbiamo ringraziare il grande Antonio Cederna), di tutta la strada fino a Brindisi. Ho creato la mia associazione nel 2018, dopo aver percorso la via Appia Antica a piedi assieme a uno scrittore, Marino Curnis, che ha scritto e pubblicato la prima guida del cammino con tutti i riferimenti Gps.
A Mondragone ho provato a coinvolgere tutte le Istituzioni, passate e presenti, e tranne qualche eccezione mi è sempre stato detto: “Chell quàtt prete sò”.
Ora invece quelle quattro pietre sono diventate patrimonio UNESCO e la via Appia Antica rappresenta addirittura un brand internazionale. Non ci fermeremo. Continueremo a organizzare eventi e incontri per sensibilizzare la popolazione locale e provare a cambiare rotta, investendo sulla cultura di un territorio che aspetta da anni di essere scoperto e riscoperto».
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