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Il respiro del vino, di Luigi Moio: le basi della tecnica enologica spiegata in modo semplice e rigoroso

 

 

(Di Marco Gallo) Luigi Moio, professore di enologia presso l’Università Federico IIdi Napoli, lavora da più di vent’anni nel settore vitivinicolo e ha scritto oltre duecento pubblicazioni scientifiche sulle massime riviste internazionali.

 


Una delle aziende di famiglia è stata tra le prime a nascere nei territori casertani del Falerno D.O.C.(Sessa Aurunca, Cellone, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola), dove ha origine l’uva che gli antichi romaniesportavano più di duemila anni fa in tutto l’impero.

 

Nel suo libro, “Il respiro del vino”, il professore descrive le basi della tecnica enologica spiegata in modo semplice e rigoroso. Un corso indispensabile per chiunque voglia cimentarsi in questo mondo così affascinante.

 

I territori del Falerno hanno un potenziale indiscusso, che se sfruttato aprirebbe le porte alla creazione di nuovi indotti economici e centinaia di posti di lavoro.

 

Qualche anno fa, in un convegno tenutosi presso la vecchia sede del Museo Civico Biagio Greco di Mondragone – nel quale venne coinvolto l’allora Magnifico Rettore dell’Università Federico II di Napoli – si parlò proprio di creare un polo enologico in città per avvicinare giovani e meno giovani allo studio di una delle ricchezze locali più importanti.

 

«Vi parlerò di quel profumo coinvolgente, di quel suo respiro trattenuto, al quale è impossibile opporre resistenza, che anticipa tutto ciò che si sente in bocca subito dopo aver avvicinato il bicchiere alle labbra» scrive Moio nel suo libro.

 

«Di quel profumo che può essere un effetto del sole di un’alba radiosa o delle nuvole che precedono la pioggia. Di quel profumo che forse è l’aspetto sensoriale più straordinario del vino, perché è anche il linguaggio della sua composizione, della sua storia, delle sue tradizioni, dei territori in cui nasce e dei microclimi che ne accarezzano i giorni. Il vino è la sintesi sorprendente dei profumi di tutto ciò che ci circonda, perché ha nella sua natura più profonda le tracce della terra, dei fiori, dei frutti, delle spezie, del mare, della montagna, del vento, della luce e di tante altre cose che nobilmente rappresenta […]».

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