CULTURA – Nel cuore del territorio aurunco, un libro di Alberto Verrengia

(di Marco Gallo) Lo scorso dicembre si è tenuta la presentazione del libro, “Nel cuore del territorio aurunco”, dell’avvocato e scrittore Alberto Verrengia a Cupa di Sessa Aurunca.

Alla presenza del sindaco Lorenzo di Iorio e del giornalista e scrittore Gian Paolo Porreca, l'autore ha descritto le numerose testimonianze della Seconda guerra mondiale nei territori tra Cupa e Fasani, dando onore a chi ha combattuto per la libertà. «Un libro incantevole» ci tenne a precisare Porreca, «perché ci riporta a noi stessi. Noi non saremmo ciò che siamo oggi senza il nostro passato.

Questo territorio è stato per due anni teatro di battaglie che forse hanno reso più forti queste popolazioni, ed è meritevole che ancora viene ricordato. Io stesso sono il nipote di Amedeo Della Rosa che ha vissuto nel ’43, ’44 e ‘45 combattendo a Montecassino da eroe. Ricordo ancora l’uniforme che ha regalato a mia mamma e che ancora oggi conservo gelosamente. Alberto Verrengia in questo testo di tre capitoli racconta la guerra che si è combattuta anche a Cupa; una guerra in cui ruotano sentimenti e allontanamenti […]».

«Preferisco indicare questo libro come “l’affresco” di un determinato periodo storico nell’asse tra Cupa e Fasani» ha dichiarato Verrengia nel suo intervento. «Perché questo titolo? Perché Cupa e Fasani sono al centro di questo territorio. Il termine “cuore” non è solo geografico od olografico, ma è soprattutto valoriale.

Da questi archivi ho riscontrato personalmente dei sentimenti e dei valore eccezionali di queste due comunità durante la seconda guerra mondiale, e anche dopo. […]

Un valore fondamentale di accoglienza e generosità di Cupa e Fasani si riscontra in due figure periferiche al libro stesso, Pasqualina Ciarpella di Cupa, proprietaria di una cantina molto conosciuta, che accolse a braccia aperte alcune famiglie di sfollati; e Germano Anturino di Fasani che ospitò Raffaele Chia di Picinisco, il quale riuscì a scappare dalle violenze tedesche portando in salvo la sua famiglia e giungendo a Fasani dopo una lunga ed estenuante fuga a piedi […]».

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