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Tentata estorsione, affiliato del clan Belforte finisce ai domiciliari – FOTO

Casertano Vittorio cl 6523 Febbraio 2016 – CRONACA. In data odierna, nel comune di Santa Maria Capua Vetere, i militari del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, in collaborazione con la locale stazione dei Carabinieri, hanno dato esecuzione a ordinanza di custodia cautelare al regime degli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di Casertano Vittorio, classe 65 per il delitto di tentata estorsione.
Il provvedimento scaturisce da indagini condotte tra i mesi di luglio ed agosto 2015 dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria capua Vetere sotto la direzione della DDA di Napoli a seguito della denuncia sporta dal presidente di  una cooperativa che dopo la stipula del contratto in affitto per la gestione dei parcheggi privati ubicati nei pressi del palazzo di giustizia di Santa Maria, riceveva una serie di minacce e aggressioni, sia fisiche che verbali da parte di Casertano, soggetto conosciuto quale gestore di fatto del parcheggio sito avanti al locale commissariato.
Le minacce venivano portate avanti con il gergo criminale tipico del contesto camorristico con frasi “sono uno che sta in mezzo alla strada” “mi sono fatto dieci anni di carcere” per dare risalto alla propria caratura criminale.
Casertano Vittorio è considerato soggetto vicino al clan Belforte di Marcianise e già in passato era stato raggiunto da provvedimenti giudiziari per la propria appartenenza al clan per conto del quale avrebbe custodito armi e veicoli utililizzati per commettere crimini e per aver tentato di imporre il racket delle macchinette sui bar della città del foro all’indomani della disarticolazione del Clan Amato.
Il provvedimento si colloca nell’ambito di numerose indagini dirette da questa DIrezione Distrettuale Antimafia di Napoli ed incentrate sul Comune di Santa Maria Capua Vetere che hanno portato alla disarticolazione prima del clan Amato e quindi del clan Fava.