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CAMORRA – Parla Iovine, cinque persone finiscono in manette: ecco come si facevano pagare

20 Aprile 2016 – CRONACA. Nella mattina odierna, in San Cipriano d’Aversa (CE), Napoli, Benevento, L’ Aquila e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare ìn carcere, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di CATERINO Renato detto “o’ ciucc”’, DIANA Massimo inteso “marruzziell”’, SIMONETTI Marco detto “o’ mussuto”, RECCIA Oreste alias ”recchie e lepre“  e CERULLO Antonio ìnteso “o’ putecar” ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione ìn concorso aggravata dall’utilizzo di armi e di detenzione e porto illegale di armi, con l’aggravante de1l’aver commesso i fatti col metodo mafioso ed al fine di favorire l’organizzazione camorristica “dei casalesi”, in particolare la fazione riconducibile IOVINE Antonio, inteso “e’ ninno”.
Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di un’articolata attività d’indagine svolta dal citato Reparto dal settembre 2012 al maggio 2015, attraverso attività tecniche e dinamiche ed accertamenti documentali, corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Come riportato dal GIP nel provvedimento cautelare, le indagini hanno permesso di:
– ricostruire le fasi di un episodio estorsivo verìficandosi, il 21.09.2011, nei confronti di un imprenditore edìle di San Cipriano d’Aversa (CE), basata su una richiesta iniziale di 200 mila euro a titolo di tangente, decretata direttamente da IOVINE Antonio inteso “o’ ninno”, all’epoca dei fatti latitante, e pretesa a seguito della costruzione di un fabbricato abitativo e commerciale, edificato ìn Teverola;
– appurare, a partire dal momento storico dell’arresto del padre Antonio, la posizione di vertice assunta da IOVINE Oreste in seno alla predetta In questa fase un ruolo importante è stato assunto da CERULLO Antonio, quale custode di un vademecum indicante le “risorse finanziarie per garantire il sostentamento della famiglia IOVINE e di cui ne era a conoscenza anche DIANA Massimo. In tale contesto, è il CERULLO che mette a conoscenza Oreste dell’esistenza di vari debiti estorsivi di cui doveva “beneficiare” la sua famiglia, tra cui quello deL citato imprenditore
– individuare ìn SIMONETTI Marco ed ìn un altro soggetto non identificato, incaricati direttamente da IOVINE Oreste, per ì1 tramite di VENOSA Salvatore e RECCIA Oreste, i componenti del gruppo di fuoco che si è reso responsabile di un atto di intimidazione mediante l’esplosione di colpi d’ arma da fuoco contro il portone dell’abitazione del predetto imprenditore;
– certificare l’apporto al sodalizio criminale de quo di CATERINO Renato, imprenditore e cugìno del predetto boss, quale mediatore nella vicenda tra IOVINE Oreste e la vittima, e di DI PUORTO Maurizio, quale riscossore della somma, consegnata in più tranche e risultata essere di complessivi 85 mila euro.
Per 4 dei 9 indagati, individuati a seguito delle indagini – IOVINE Antonio, IOVINE Oreste, VENOSA Salvatore e DI PUORTO Maurizio – non è stato richiesto alcun provvedimento cautelare, riconoscendo loro i benefici della collaborazione con la giustizia. Per 4 dei restanti indagati, i provvedimenti restrittivi in carcere sono stati notificati presso gli istituti di pena ove erano già ristretti e, per uno, presso la propria abitazione ove si trovava in regime di AA.DD..