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La Cleprin brucia, la gente si ribella

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25 Luglio 2015 – Sessa/Cellole. La Cleprin in fiamme, il popolo si ribella. Sono passate circa 24 ore da quando l’azienda Cleprin di Antonio Picascia è andata a fuoco. A quanto pare si tratterebbe di un incendio di origine dolosa. Chi sia stato a mettere la miccia non è ancora chiaro ma una cosa è certa: si tratta di acerrimi nemici del signor Picascia. Antonio Picascia, dal lontano 2007, porta avanti una lotta, su tutti i fronti, contro il racket, in una zona, quella della Provincia di Caserta, in cui la malavita organizzata continua ad imporsi, con la forza, nelle varie “fughe” delle attività sociali ed aziendali. Sebbene l’incendio all’industria chimica sia stato di grosse dimensioni, le minacciose fiamme non sono riuscite ad intimidire nessuno. In primis, come si vedrà nel link in allegato, Antonio Picascia, proprietario dell’azienda insieme a Franco Beneduce, è passato al contrattacco, denunciando, ancora una volta, con un messaggio video, quanto accaduto. Le sue parole sono forti e, come sempre, risultano di grande sensibilizzazione scuotendo il “mutismo” generale, e risvegliando gli animi degli altri imprenditori del casertano vittime di estorsioni. Ma questa volta, Antonio Picascia, non era solo. Con lui si è riunita in un sit-in una folta delegazione di cittadini, stanchi anche loro di quanto costretti a subire. Associazioni, Istituzioni, Enti e personaggi simbolo della lotta alla camorra, come Don Maurizio Patriciello, si sono recati dinanzi alla fabbrica fumante per manifestare, in maniera sana, il loro sdegno. E’ solo l’inizio, o forse il continuo, di una lunga battaglia contro la criminalità organizzata. Oggi la gente sa come stanno le cose. La gente scende in piazza e grida. Tempi difficili per la camorra.

Giuseppe Nicodemo